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SARDARA E IL SUO TERRITORIO

Sardara, centro di oltre 4000 abitanti, è uno dei più importanti del territorio del Medio Campidano. Il suo centro storico, ricco di fascino ed estremamente evocativo, ci riporta indietro nel tempo; qui si ritrovano alcune delle architetture tipiche del Campidano meglio conservate e valorizzate in assoluto. Le strade, linde ed ordinate, acciottolate o lastricate, restituiscono atmosfere d’altri tempi.

Storicamente appartenente alla curatoria di Bonorzuli, si caratterizza per la presenza del castello di Monreale, sulla collina omonima, per i due stabilimenti di acque termali, (presenza delle antiche thermae romane), per il complesso nuragico-fenicio-punico di Sant’Anastasia, con tempio a pozzo nuragico nel centro dell’abitato.

UN VIAGGIO NELLA STORIA

Abbiamo appena lasciato Cagliari e ci attende circa mezz’ora di viaggio. Ora stiamo attraversando la pianura del Campidano, viaggiando lungo la strada statale 131, chiamata anche  “Carlo Felice”. Questa strada percorre tutta la Sardegna e mette in comunicazione Cagliari con l’altra grande città sarda, Sassari.

Intorno al I secolo a.C., i Romani tracciarono  questa strada per collegare le tre grandi città sarde: Cagliari, che chiamavano Karalis,Tharros, che si trova nel Golfo di Oristano e Porto Torres sulla costa nord dell’Isola.

Fino al 476 d.C.  la Sardegna faceva parte dell’impero di Roma, come  gran parte dei paesi europei e africani che si affacciavano sul Mediterraneo. I Romani, nella loro dominazione di circa 700 anni, oltre che costruire strade e ponti, ingrandirono e abbellirono le città, coltivarono grano e cereali, sfruttarono le miniere, diffusero la lingua latina e le forme architettoniche..

Se ti fa piacere posso raccontarti qualcosa su quest’Isola e la lunga storia dei suoi abitanti…

 

E’ una terra antica questa, una delle più antiche del mondo, abitata fin dai tempi più remoti.

Quì, a partire dal 1800 a.C., nasce la misteriosa civiltà nuragica: una cultura indigena evolutissima, considerata dagli archeologi una delle più importanti culture megalitiche del mondo, sia per la tipologia che per la quantità delle costruzioni.

Siamo nell’epoca in cui in medioriente vive Abramo, e Hammurabi è il re di Babilonia. E resiste per 1500 anni, fino a quando l’Isola viene conquistata da Roma: intorno al 200 a.C.

Durante l’epoca nuragica i Sardi navigano nel Mediterraneo con navi simili a quelle vichinghe. Stringono rapporti con gli Etruschi e i Ciprioti, gli Egiziani, i Micenei, e gli Iberici e i popoli del medioriente. Fondano città sul mare e abitano le montagne interne. Costruiscono pozzi sacri per il culto dell’ acqua e realizzano sculture in bronzo e in pietra.

Ma soprattutto, costruiscono i nuraghi, le torri di pietra considerate i monumenti preistorici più grandi d’Europa. Sono più di 10.000, sparsi per tutta l’Isola; nessuno sa ancora con certezza a cosa servissero davvero…

A partire dall’800 a.C., arrivano dal Libano i primi mercanti Fenici. Si stabiliscono nelle città costiere nuragiche e pian piano diventano tanto numerosi da creare delle vere e proprie colonie stabili. Sardi e Fenici convivono in pace: le città della costa si ingrandiscono e diventano multietniche, i commerci prosperano e si diffonde l’uso della scrittura fenicia. A Nora, vicino Cagliari, è stata ritrovata una lapide incisa, risalente al IX secolo a.C.su cui, per la prima volta, appare scritto in fenicio il nome “Sardegna”. E’ la più antica testimonianza di scrittura mai ritrovata in Europa…

Qualche secolo dopo, tra il 600 e il 500 a.C., nell’Isola arrivano i Punici: gli stessi Fenici, che centinaia di anni prima si erano stabiliti lungo le coste nordafricane, dove avevano fondato la potentissima città di Cartagine, nell’attuale Tunisia. Non vengono in pace ma per conquistare la Sardegna. Devono combattere contro la resistenza dei Sardi e dei Fenici, prima di riuscire ad imporre il proprio dominio. Ma infine l’esercito di Cartagine riesce a conquistare buona parte della Sardegna, e l’isola, per tre secoli, diventa una colonia punica. Ma nelle zone interne, dove si rifugia la maggior parte della popolazione nuragica, l’ostilità al dominio straniero resterà sempre viva.

Più tardi, nel 238, i nuragici delle montagne e i sardo-punici della costa combattono insieme contro un nuovo nemico: Roma. La resistenza contro l’esercito romano è durissima, e causa una quantità enorme di vittime, ma alla fine il dominio romano si impone, e per 700 anni, la Sardegna diventa una provincia dell’Impero Romano. In questo periodo la civiltà nuragica scompare definitivamente come sistema indigeno di amministrazione politica e sociale. Ma l’identità sarda, intesa come appartenenza al popolo figlio della civiltà nuragica, esiste ancora oggi, immutata e fortissima. E sopravvive, mescolata alle eredità di tanti popoli e culture vissuti nell’Isola, nelle leggende, nella medicina popolare, nella lingua, nelle maschere, nei costumi, e anche nel dna dei Sardi moderni.

Ci sarebbe ancora tanto da raccontarti su questo popolo e sulla sua storia, ma non c’è fretta. Durante questi giorni avremo tutto il tempo che vogliamo.